Il dentista e la sindrome di down
La sindrome di down è la più frequente anomalia cromosomica umana ed oggi, grazie a modelli educativi personalizzati, molte persone colpite da questa patologia riescono a vivere una vita piena e appagante e ad inserirsi nel mondo del lavoro.
Molte figure professionali sono coinvolte in questo percorso di successo ed un ruolo fondamentale è quello del dentista. Si tratta di pazienti che vanno seguiti fin dalla nascita, per evitare o limitare problemi futuri.
Gli obiettivi del dentista nei pazienti affetti da sindrome di down sono analoghi a quelli della popolazione normale e massima attenzione deve essere posta, naturalmente, alle cure preventive.
Dal momento che questa patologia può causare un certo ritardo mentale, il livello di collaborazione può essere vario. Ecco perché, caso per caso, l’igienista e l’odontoiatra consiglieranno gli strumenti migliori per poter mantenere un buon livello di igiene orale, per prevenire l’insorgenza di carie e di malattia paradontale.
Il clima di fiducia che verrà instaurato servirà a preparare il paziente anche a cure più importanti, se ci sarà la necessità, la prevenzione fino dall’età infantile, rappresenta però l’arma più importante.
Le persone down presentano varie patologie sistemiche: al livello cardiaco, neurologico, immunologico, muscoloscheletrico e di questo il dentista deve tener conto.
A livello orale si possono riscontrare varie problematiche, si hanno frequentemente agenesie, ritardi nell’eruzione denetale, anomalie di forma dei denti e di calcificazione dello smalto.
I pazienti down sono respiratori orali, poichè hanno fosse nasali piccole, palato stretto e alto; presentano ipotonia muscolare, con una lingua che tende a posizionarsi in avanti e quindi si ha spesso un avanzamento della mandibola con una crescita di un morso aperto anteriore e una malocclusione di 3° classe.
Per cercare di limitare questi problemi, oggi si tende ad intervenire molto presto, già dopo la nascita, iniziando la terapia con la così detta Placca di Castillo – Morales che spinge la lingua a posizionarsi sul palato e non in avanti e stimola anche le labbra ad acquisire una maggiore tonicità.
A parte questi interventi precoci, il paziente down deve poi essere inserito in un accurato piano terapeutico.