La psicologia del sorriso
Sorridi, provaci!
Il sorriso è un’arma potentissima a disposizione di ognuno di noi ed è oggetto di molti studi scientifici.
Cosa significa sorridere? Perché lo facciamo? Cosa vedono gli altri nel nostro sorriso?
I PRIMI STUDI
Il primo ad esaminare il sorriso fu Charles Darwin. Egli si rese conto che sorridere è un atto universale, non legato al contesto culturale di provenienza come invece la comunicazione verbale o alcuni gesti del linguaggio del corpo.
Ogni persona è, infatti, in grado di comprendere il sorriso e i sentimenti che esso comunica.
LE TIPOLOGIE DI SORRISI
Il sorriso può essere naturale quando siamo di buon umore, oppure forzato quando invece ci sentiamo tristi.
Gli scienziati hanno identificato 6 tipologie di sorriso a seconda di quali muscoli, delle labbra, delle guance o del viso, vengono coinvolti.
- Il SORRISO FALSO: è il tipico sorriso forzato, di cortesia, meccanico che coinvolge solo i muscoli delle labbra, che vengono tirate per mostrare i denti.
- Il SORRISO COMPIACIUTO: è un sorriso che esprime soddisfazione per noi stessi. Le labbra, che rimangono quasi chiuse, vengono tirate leggermente da una parte, conferendo al volto un aspetto lievemente asimmetrico.
- Il SORRISO DI INCORAGGIAMENTO E ASCOLTO: serve ad incoraggiare il nostro interlocutore e a comunicargli la nostra piena attenzione. È un sorriso appena accennato, quasi sempre a bocca chiusa che non coinvolge la parte superiore del volto.
- Il SORRISO ASIMMETRICO: questo sorriso fa sì che le labbra vadano da un lato verso l’alto e dall’altro verso il basso e può essere manifestazione di diverse emozioni che vanno dall’ansia al sarcasmo, fino addirittura all’ironia o all’incoraggiamento.
- Il SORRISO A BOCCA CHIUSA: è la manifestazione di accoglienza cordiale che viene naturalmente riservata alle persone con le quali non si ha confidenza. In contesti diversi può celare una certa timidezza o un senso di paura o di rabbia repressa.
- Il SORRISO GENUINO O SORRISO DI DUCHENNE: è IL SORRISO SINCERO. Questo sorriso è breve, simmetrico e coinvolge labbra, e occhi.
GLI EFFETTI DEL SORRISO
Anni di studio hanno evidenziato altri aspetti legati all’atto di sorridere.
Tutti noi sorridiamo e nel farlo esprimiamo gioia. La cosa più interessante però, è che basta sorridere per provare allegria.
Se è vero che, quando si prova una sensazione di gioia, il nostro corpo risponde contraendo i muscoli facciali ed in particolare modo quelli degli zigomi (sorridendo appunto), è vero anche che il gesto stesso di sorridere, indipendentemente dal fatto che sia spontaneo o meno, è in grado di farci provare uno stato di allegria.
Il nostro cervello infatti reagisce a ciò che il nostro corpo sta facendo e, dal momento che interpreta il sorriso come felicità, modifica il nostro umore in base a questa lettura.
Non solo.
Il sorriso ha effetto su chi ci circonda.
Anche se non siamo felici, essere circondati da persone sorridenti, è in grado di migliorare considerevolmente il nostro umore.
QUEL SORRISO NASCOSTO
La mancanza di uno o più elementi dentali, forti discromie o un allineamento scorretto inducono alcune persone ad impedirsi di sorridere. L’impatto psicologico e sociale di questa determinazione, dettata molto spesso da un senso di vergogna ed inadeguatezza, è estremamente grave.
Il sorriso può farci stare meglio, può far sì che le persone rispondano a noi in modo più positivo. Con un sorriso è molto più probabile riuscire ad avere successo all’interno delle relazioni personali o in termini di carriera.
Il sorriso è ciò che ci permette di mostrare al mondo i nostri sentimenti o di mascherare alcune sensazioni.
Non sorridere significa rinunciare ad uno dei più grandi doni che l’uomo abbia.